il sentiero delle perplessità

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giovedì 10 febbraio 2011

Il moralismo dalle gambe aperte


Lo scrittore Fulvio Abbate
Fulvio Abbate è un intellettuale dai modi folkloristici che non smette mai di stupire, come del resto continua ad interessare una fascia sempre più ristretta di persone; le altre (tante altre) in un mondo di crescente matrice telematica, tra frasi di un Benigni o un Volo che ahimè rappresentano, assieme ai Saviano, Grillo, Travaglio, Di Pietro (chi più ne ha più ne metta) di turno, il trionfo del pensiero unico, godono e si compiacciono di un qualcosa che altro non è che la voce senza contraddittorio dell’esprimere frasi fatte, slogan e copiature e storpiature di celebri parole di personaggi insigni trapassati e sicuramente intristiti dall’uso improprio delle loro massime.
Fulvio Abbate in onda su "Teledurruti"
Lo scrittore palermitano, ben coadiuvato, sul web e giornali, dalla sempre più emergente Annarita Digiorgio, salta agli occhi con delle provocazioni più che mai sacrosante e particolarmente singolari, oltreché artisticamente encomiabili, per innovazione e fiuto della controtendenza.
Gli slogan “NOI LA DIAMO GRATIS” e “SONO DONNA E DICO ASTA”, rispettivamente di Abbate e Digiorgio, riprendono il tema che concerne l’ipocrisia più totale di “femministe” e “progressiste” dagli atteggiamenti miserabilmente subdoli nel rivendicare Berlusconi e le zoccole che ronzano intorno al suo membro della 3za età, messo a nuovo dalle rivoluzionarie scoperte del campo della medicina.
Annarita Digiorgio (giornalista)
"Darla" a pagamento ad uno o più uomini potenti è un cliché femminile che non passerà mai di moda, così come rimarra’ sempre d’attualità la possibilità di poterla “regalare” come han sempre fatto tutte le 68ttine (qualcuna arrampicatrice sociale o semplicemente troioncella? –anche loro possono esserelo eh-) che oggi però dicono basta; vien da amare sempre più la cara Rita Digiorgio che dice asta; con una sincerità e onestà intellettuale che appare sempre più, nella società odierna, una forma invidiata e per questo condannata, di esclusione sociale.
Non dovremmo stupirci più di nulla, ma ciò non vuol dire che non possiamo incazzarci quando assistiamo alle “prestazioni” intellettuali di talune che con orgoglio rivendicano la possibilità di decidere per se stesse ("darla" in altre parole); appare evidente una contraddizione in termini dal momento che chi assaggia il membro del premier risulta assolutamente consenziente e poco importa la carica istituzionale (e il presunto malgoverno) poiché chiunque può e deve poter compiere “l’esercizio delle proprie funzioni sessuali”.

il "senso" delle cose
tra passato e presente la contraddizione è permanente
Non più di 40 anni fa (ormai non si sa più se sono pochi o tanti) queste belle signore o signorine lottavano per i diritti che ora il presidente del consiglio dei ministri fa suoi , oggi invece, risulta evidente un momentaneo tradizionalismo, un fugace ripensamento, un estermporaneo conservatorismo, un passeggero revisionismo, per dar voce a forme squallide di un moralismo qualunquista che caratterizza ormai i pensieri della maggior parte delle italiane, o almeno di quelle più fanatiche e rumorose.
la "provocatrice" Annarita Digiorgio
Questo sostiene la mitica Digiorgio visibilmente contraria ad una "rivoluzione gentile", posta come tale ma di fatto "pseudo-rivoluzione gentile", figlia dell'ignoranza e dell'ipocrisa femminile che palesa, non solo altri "abusi" di termini, parole e identità in maniera subdola, ma anche la solita strumentalizzazione politica di menti tristemente malleabili:

"Di fronte a una macchina raccogliclic, priva di ragionamenti politici, che colleziona immagini di donne che dicono basta, su un sito, repubblica.it con la homepage regolarmente intasata da boxini di donne seminude, e che per le sue markette da decenni cerca di farci credere di voler combattere Berlsuconi e la sua visione del mondo, fomentando adesso persino lo scontro uomo donna. E però la mia foto non l'ha pubblicata. Da Persona dico libertà di scegliere. Anche di prostituirsi."

lunedì 31 gennaio 2011

L'invidioso ci ammira; senza saperlo???? (fiumi di sfoghi che non rispondono alla domanda.. ma danno consapevolezza)

Come è bello amare.. amare in senso relativamente ampio intendo.. ma alla fine per quanto possa essere irrazionale l’amore.. tutti nel nostro cuore sappiamo (in un discorso di lungo periodo) se e chi amare.. non tanto perché.. il perché è spontaneo e appunto sta alla base di un sentimento che, chi ha la fortuna (più che possibilità) di sentire, trova senso a tutto ciò che gli sta intorno. Oggi è avvilente l’invidia, l’ipocrisia e la cattiveria di chi ci circonda e il senso di inadeguatezza e solitudine che prepotentemente pervade ogni attimo e ogni volta che qualcuno ci fa del male o semplicemente ci delude o ancora peggio non lo fa di proposito, ma con indifferenza, appunto, ci da consapevolezza che si è e si sarà sempre soli.. ma questo, visto da un’altra prospettiva, contemporaneamente, fa riflettere su chi è davvero importante.. e grazie a Dio… c’è.. c'è qulcuno per cui vale tutto.. al di la di chi è storicamente nel cuore che può esser fisicamente lontano.. ma sempre dentro ..o quelle persone che ci sono quando ci devono essere (e così io per loro).. ma parlo di qualcosa che è tangibile, di una dimostrazione quotidiana del dare e del ricevere in maniera spontaneamente pura.. non devo niente a nessuno eccetto a pochissimi.. non smetterò mai di provare un bene così incondizionato che appare futile e infantile.. ma sinceramente non mi interessa..

 ..una divagazione estemporanea che nasce da una necessità.. troppa invidia.. troppe pseudo-autocelebrazioni (beh guardandomi intorno medito anche io ad “un album” o “a “qualcosa” di autocelebrativo.. e avrei materiale.. ho fatto tanto e forse troppo nella mia vita.. e questo.. più che essere un merito.. diventa una condanna.. non piace..).. troppo male e troppa cattiveria. Come faccio a guardare avanti? Come faccio a non guardarmi intorno? Come faccio a continuare ad essere buono e “professare” senza esser considerato uno dei tanti.. quando uno dei tanti non sono… io non giudico.. ma voglio essere giudicato.. voglio esser giudicato e non sul fatto di essere più o meno simpatico (ovviamente la mia antipatia trionferebbe).. voglio che la gente giudichi la mia onestà.. la mia correttezza.. sfido chiunque.. e non è un discorso qualunquista che il buono poi viene sempre fregato.. no.. il buono è buono punto. .. dicevo.. sfido chiunque a poter parlare di me.. voglio onestà mentale, voglio correttezza.. ognuno in cuor suo sa.. e io sono certo, per il momento solo di una cosa… che apparte 2 o 3 persone.. il resto.. cercherò di lasciarlo fuori da tutto ciò che di importante c’è o ci sarà nella mia vita.

sabato 1 gennaio 2011

2011

Non ho mai sopportato chi, dietro le "buone intenzioni", ha sempre celato cattiveria, furbizia e perchè no arrivismo (sinistra, chiesa e movimenti vari..); ma ancor più.. non tollero chi ostenta questa "cattiveria" e questo "anticonformismo comportamentale", "relativismo etico" e alternativismo sfacciato e spacciato come voce medio-bassa borghese o proletaria.. basta! Proviamo ad essere più buoni in questo 2011 e non ricerchiamo un modo patetico per fare gli "anticonformisti" essendo stronzi ma "alternativi" (ma alternativi de che?!).. pensiamo alle cose reali.. ragioniamo.. come diceva Pasolini "si applaudono sempre i luoghi comuni, ci si lascia appassionare soltanto dai luoghi comuni".. andiamo oltre ma con i veri valori.. non quelli spacciati per giusti o "new-thoughts", su questi ho molti dubbi, perchè altro non sono che mezzo di quelli,appunto, con "buone intenzioni apparenti"....