il sentiero delle perplessità

controinforma.blogspot.com

mercoledì 15 dicembre 2010

Non tutti si guastano? Bisogna avere fiducia nella gente?

Come sarebbe banale oggi discutere della fiducia al governo.. ma dico io.. quanto sarebbe ovvio..
Preferisco disquisire su altro, su qualcosa che apparentemente sembrerebbe diverso da tutto quello che sta accadento in questi giorni; il susseguirsi di avvenimenti più o meno storici mi ha fatto venire in mente la conclusione di uno dei film più celebri di Woody Allen e da questo anche il titolo, modificato però sotto forma di domanda retorica; si tratta di Manhattan, la scena finale dove Tracy nel chiedere a Isaac di attenderla una volta ritornata da Londra (non faccio critica al comporamento dei due per carità), cerca di tranquillizzarlo, ripetendo (seppur avesse dato modo di non essere molto attendibile), di fidarsi di lei, enunciando per l'appunto la famosa frase conclusiva "non è che tutti si guastino.. bisogna avere un pò di fiducia nella gente"..
Varie interpretazioni e opinioni sono state espresse negli articoli precedenti e da li penso emerga tutto il senso di quello che andrei a scrivere oggi, ma è sufficiente pensare a Fini che nel tentativo di un “colpo di stato” (a modo suo), adesso dovrebbe tirarsi fuori da una situazione imbarazzante e al limite continuare a partecipare alle controversie interne della sinistra, incapace di tattiche o strategie in qualsiasi frangente si trovi.
Stamane dopo aver sfogliato il giornale, leggendo sul famoso social network blu, ho avuto la possibilità di guardare scempi, inni alla violenza, auspici di guerriglie e speranze che la macchia di leopardo dei black blok potesse divulgarsi su tutto il territorio nazionale; un modo di pensare così patetico che a stento ricondurrebbe alle ”professioni” di coloro i quali hanno espresso queste idee ma che purtroppo hanno un potere locale relativamente non irrilevante.
Oramai è chiaro come certi principi non esistano più, alcuni di noi però, avvertono la necessità di un cambiamento, ma non radicale o essendo sotto natale di mera utopia, si tratta di qualcosa di diverso, qualcosa che non potranno mai darci i “giovani” Fini (classe ’52), Vendola (classe  ’58), per alcuni addirittura Grillo  (classe ’48) o il Bersani o i Di Pietro di turno; magari riprendere i vecchi valori e sistemarli in maniera tale che si rispettino le regole, che ci si rispetti reciprocamente e se qualcuno pensa alla repressione, e la veda come una forma di dittatura, mi suggerisca qualche maniera per riprendere una situazione dove tutti si sentono in diritto di sindacare su qualsiasi cosa, senza criterio e cognizione di causa, dove il più furbo trova sempre le risorse per andare avanti… la vita non è una giungla (o per lo meno non dovrebbe esserla) ed è per questo che si deve fare qualcosa di importante che vada oltre la condivisione collettiva a 360° perché è impossibile (esistono le elezioni, ma apparentemente questo sembra non andar bene a nessuno, anche se a dir la verità la maggioranza degli italiani, che è quella che poi decide, è silenziosa, lavora, si impegna facendo sacrifici veri e non teorici), come hanno dimostrato i fatti, il popolo vuole una cosa, altri (giornali, minoranza intellettualmente convinta di esser la migliore di altri, nonostante propini l’eguaglianza a questo punto formale) vogliono il comando con ipocrisia… beh che fare e dire a questo punto?....  Se dovesse esserci una rivoluzione, non sarebbe più collettiva o tra schieramenti, ma sarebbe una battaglia tutti contro tutti, non essendoci alla fine del 2010, figure professionali come 40 anni fa (qui si aprirebbe un’altra discussione terrificante), ma solo portatori singoli di interessi, con esigenze che vanno oltre lo spirito di conservazione della specie (categoria che dovrebbe tener uniti, ma queste sono sfaldate) e che riconducono ad una lotta uno contro l’altro, al fine di trovare un posto migliore nella società per se stessi, non curandosi di nessuno se non delle proprie "necessità"; e quindi le lotte e le battaglie di una volta sono servite a questo, ma dietro celavano interessi individuali (come la storia ha insegnato, come le riforme di welfare passate ci stanno tartassando come boomerang e c’era da aspettarselo); oggi però in pochi si porrebbero il problema sostanziale dell’interesse sociale, la collettività si è ridotta ad individualità e questo, nel mondo animale e quindi anche in quello umano (a livello fisico ma adesso già come condizione intellettuale), conduce all’estinzione.

lunedì 13 dicembre 2010

Tanti peli.... per un coglione solo!


Non esiste blocco dello scrittore quando giust’appunto, scrittori non si è.. ma oggi preferisco far parlare 2 immagini, 2 foto, non importa non sapere chi siano, non riconoscerli in volto, ne tantomeno essere al corrente delle informazioni circa la loro storia, meglio ammirare queste espressioni, specchio di una parte della società (per fortuna non tutta...)

1-Aldo Pecora
2-Andrea Rivera

Pur essendo 2, vengono accomunati da un titolo, che fa di loro un cliché (come i giovani lettori di quei faziosi giornaletti sinistroidi, senza cognizione di causa ma che diventano moda, tendenza.. tutti si sentono intellettuali, portatori di "opinioni-verità" che scadono nel qualunquismo e nello sproloquio di chi non conosce la storia passata e presente e che farebbe meglio a continuare a limitarsi alle “letture” dei Volo, Moccia e dei Baricco di turno), che fondamentalmente riprende una categoria già enunciata negli articoli precedenti,  come espressione di ignoranza, demagogia, esibizionismo e “comunismo” ipocrita… rappresentanti della sinistra odierna, alcuni… ma 2 dei tanti che la destra ringrazia….

1- Aldo Pecora

2- Andrea Rivera


sabato 11 dicembre 2010

Radical Chic: Quanta ipocrisia

Vendola temuto dai "compagni" alle primarie o meglio il "berlusconivendola" o ancora meglio il suo voler "svincolarsi" da loro(ipocriti) per camminare come un (ipocrita)solitario, in una recente intervista televisiva: "il potere mi fa paura come uomo, ho paura di cambiare".. e poi "sono un Berlusconi, ma un Berlusconi di sinistra.. senza tutti quei soldi".. queste parole ai più faziosi piacciono perchè "è uno come noi".. ma come noi chi? magari come i radical chic di sinistra; frasi che non hanno un bel suono o per lo meno non sono molto incoraggianti.. se si fa 2 + 2 di queste dichiarazioni emerge come questo suo potere, misto alla sua autodefinizione è qualcosa di preoccupante; ma basta leggere un'intervista del bravo Felice Manti al leader dei comunisti-sinistra popolare Marco Rizzo per farsi un'idea del personaggio "nuovo" Vendola.. già deputato nei primi anni novanta e che oggi (checchenedica certa stampa), non è tanto amato persino nella sua bellissima Puglia; ma ecco l'intervista:

«Vecchio e nuovo sono aggettivi senza significato. Nichi non può dire che lui è il "nuovo" visto che è parlamentare dal '92. Sono più "nuovo" io, deputato dal '94. E soprattutto sono più comunista...». Marco Rizzo, leader dei Comunisti - Sinistra popolare, sorride quando parliamo di Vendola e del suo rapporto con il Pd.
«C'è un'ipocrisia, una delle tante che va svelata. Subito».
Quale delle tante?
«I democratici voglio sostituire Berlusconi nella gestione del potere. Non c'è un modello alternativo di società...».

Sì, ma Vendola...
«Ci arriviamo. Finisco il ragionamento. Il Pd strizza l'occhio a quei poteri forti che, nella primissima fase di governo di centrodestra, si sono relazionati con Berlusconi. Il Pd oggi è un succedaneo del Cavaliere, una brutta copia. È ovvio che oggi la gente, ahimé, preferisca l'originale».
«Sì, ma Vendola?»
«Se restassimo agli slogan, agli aggettivi, a Vendola non si potrebbe che dare credito. Le rivendicazioni sul lavoro, sul precariato, sulla scuola, sugli operai, sugli immigrati. Però...»
Però?
«Non si può lavorare a un progetto politico con chi non sta con i lavoratori. Con chi ha candidato "padroni" come Calearo e Colaninno».
«Padroni» fa molto comunista...
«Bisogna riappropriarsi delle parole di sinistra. Padrone, non datore di lavoro. Licenziamenti, non flessibilità. Guerra, non peace keeping. Quando il settimanale del "padrone" De Benedetti l'Espresso fa la copertina su Vendola...»
C'è qualcosa che non va
«Come si fa a stare con chi vuole aprire all'Udc? Con chi non ha fatto opposizione al decreto sull'università e sul "collegato Lavoro" in Finanziaria che il presidente Napolitano ha cercato fino all'ultimo di far correggere? Hanno aspettato le uova degli studenti per capire che era sbagliato? E allora!».
Però Vendola ha quell'immagine salvifica che a sinistra piace, come dimostra la vittoria di Pisapia alle primarie di Milano....
«Ma secondo lei basta cambiare cavallo per ridare fiato a un progetto?».
No? Eppure con Prodi, quando i comunisti governavano...
«Ah ah ah (ride). Le faccio io una domanda?
Prego...
«Secondo lei i comunisti contavano di più quando erano all'opposizione o con Ferrero e Diliberto ministri?».
Le devo rispondere?
«No. (ride ancora)»
Ma sulle primarie non mi ha risposto...
«È come il balletto sulla legge elettorale, ognuno vuole quella che fa più comodo ma parla di "interesse del Paese". Ipocriti... Anche sulle primarie, diciamocela tutta. Il Pd le ha volute, e ora non le vuole più. Vendola, me lo ricordo benissimo, non le voleva e ora... È roba da partiti di plastica, che si gonfiano solo in vista delle elezioni. Le primarie sono buone per Berlusconi».
Quant'è di sinistra un comunista che si sente l'Obama italiano e che guarda al modello di democrazia Usa?
«Se anziché andare nelle fabbriche o dai sindacati vai da Schwarzenegger e al Rockfeller Center...».
Allora ce la dica lei una cosa di sinistra...
«Il ceto medio si sta proletarizzando».

mercoledì 8 dicembre 2010

A pensar male, s' indovina sempre


Gelmini condivido, ma se non condividessi.. non morirei per le tue idee.
Esordirò scherzosamente ma ho intenzione di fare il serio durante il proseguio di questo mio "articolo-sfogo" (uno dei tanti, e l'unico modo per esorcizzare frustrazioni intellettuali che mi consumano il fegato).
Mariastella non sei una diva, velina o soubrette e questo è un vantaggio contro patetiche accuse seppur con giustificazioni e attenuanti relativamente plausibili alle tue colleghe di potere, facenti parte dell’attuale governo (nonostante nei fatti abbiano dimostrato professionalità e competenza in maniera sbalorditiva), ma oddio cerca di non far emergere la parte frigida ed esteticamente rivoltante della tua “femminilità”.
Sarebbe banale disquisire sullo sterco dinanzi la tua “dolce e umile dimora”, come sarebbe per alcuni fazioso prendersela con chi manifesta senza sapere nemmeno contro cosa, senza aver letto uno stralcio di niente e che non sa le ragioni per cui “ammazza”, ancor prima della dignità di questa signora, la propria, con atteggiamenti che lo fanno sentire parte integrante di un branco, dove se sei fuori sei come il sottoscritto, che cerca di vedere le cose in maniera oggettiva con l’auto-responsabilità di risultare apparentemente e vergognosamente impopolare.
Detto questo passo al poter difendere delle tue decisioni, certo che il criterio con cui hai esercitato sia quello che traspare dai dati di fatto che sono offuscati e anneriti non solo da chi strumentalizza situazioni e persone, ma da chi si auto-strumentalizza non aprendo la testa, ragionando per partito preso e a priori nei confronti di chi ha torto ancor prima di nascere; non è colpa tua ma è dell’ incarico che è perdente sempre e adesso più che mai (con un capitano malato al timone di un’imbarcazione di traditori ubriachi).
Sono avvilenti alcune interpretazioni di giovani che in maniera sinistro-borghese opinano con un’ignoranza che farebbe concorrenza a qualsiasi gieffino, barbaradursiano, paolapereghiano o gilettiano di turno, non tutti dovrebbero esprimere giudizi ostentando il diritto (giustissimo) di liberà di pensiero ma senza un discorso di senso compiuto che però è sempre applaudito se condito da banalità e colmo di qualunquismo anti-berlusconiano esplicato da chicchessia (ricercatore frustrato, pseudo-studente modaiolo estremo a sinistra o da un motivato giovane disoccupato che dovrà giustamente cercare di cambiare qualcosa); per cui nel mio piccolo cercherò di fare un po’ di chiarezza, risparmiando l’Unical o per lo meno risparmiando considerazioni sull’Unical dal momento che i 2 esami che mi rimangono per la conclusione del percorso di studi diverrebbero eterni , visto i precedenti, lascio a chi è frequentatore di questa università (non tanto gli studenti fuori corso ultra 30enni o quelli ruffiani o ignoranti o entrambi che fanno quel che viene detto loro da ricercatori o chicchessia), farsi un’idea di quello che sta accadendo. Si deve studiare PUNTO (ma conta la qualità dello studio…. -tema che magari riprenderò appena finita la laurea specialistica per evitare ripercussioni- [quelle che ebbi tempo fa, questa però è un’ altra storia.. e sono 2 quelle che racconterò tra qualche mesetto])….

C'è chi combatte un nemico che conosce in volto ma senza capire che male abbia fatto, un motivo ci sarà se un ateneo è virtuoso o no.. e certamente ci sarà un criterio oltre il quale si pensi al privato e soprattutto non è che i privati in quanto tali abbiano più diritti o non debbano avere sussidi dallo stato, ma cerchiamo di capire:

Enormi le perdite all’Univeristà di Firenze, nonostante i milioni versati costantemente all’ateneo per lavori di ricerca nel campo della valorizzazione delle risorse alimentari del territorio, fondi che vengono divisi, sparpagliati e polverizzati dagli addetti ai lavori (deficit di 71 di milioni di euro); per non parlare di Roma (decine di corsi con meno di 13 iscritti o addirittura 0!).
All’ Università di Siena deficit e stipendi per quarantuno persone al fine di ospitare non più di 4 conferenzieri qualche volta al mese, per non parlare delle assunzioni clientelari, problema identico ovunque, come a Bari dove vi è un deficit di 56 mln di euro con professori over 70 e ricercatori “mazzettiani”, idem in Basilicata e a Genova dove hanno assunto 38 ricercatori, oltre a 19 professori più altri addetti sempre in doppia cifra e non sotto i 20, nonostante forti buchi al bilancio che superano i 18 mln di euro. Per il Policlinico dell’Università di Messina i conti in rosso sono misteriosamente aumentati dall’oggi al domani e nonostante tutto, 79 posti per docenti e ricercatori solo nel 2008. Carenza di personale? Non saprei, ma forse individui inutili o per lo meno cooptazioni evitabili. La Calabria è risparmiata come accennato in precedenza per ovvi motivi.

Non credo sia giusto protestare o meglio avrei preferito che lo si facesse qualche tempo addietro per come sono stati sprecati i fondi negli atenei in questi ultimi anni; avrei preferito sgomento su cooptazioni di ricercatori vergognosamente incompetenti o per assunzioni pubbliche ad-personam di gente non qualificata; il clamore di adesso mi fa semplicemente schifo, i volti e gli scritti di alcuni ragazzi, invece, mi fanno sinceramente pena.
 


martedì 7 dicembre 2010

Sono un "PIROSIANO"

…Riprendendo il tema del motto "o con noi o contro di noi", discusso nell’articolo introduttivo, appare inquietante più che mai poter solo immaginare la realtà italiana (quella più rumorosa che però è da precisare non è quella giusta), come culla del trionfo del pensiero unico (siamo fortunati che non sia proprio così, il rumore però diviene assordante e molto spesso intollerabile, e appunto trionfa, almeno in parte, il "rumore" come presunta e arrogante esattezza intellettuale); il riferimento è legato all'ostinazione di chi accusa coloro i quali  in qualche modo, si "permettono" di esporre considerazioni verso una corrente "politica" come la sinistra, appunto poi considerati di destra (sarebbe un'offesa?), fascisti.
Il nome di Antonello Piroso sarà nuovo a pochi ( o almeno me lo auguro ), un giornalista di LA7 (ndp, ahiPiroso etc...) con alle spalle tanto studio, gavetta, uno che possiamo banalmente e brevemente dire che fa "giornalismo alternativo" perché vero e quindi vero giornalismo; si vede siti contro, Mentana sopra; Piroso diviene così un giornalista di nicchia, ma il non essere popolare, (nel senso più ampio del termine) non lo rende certo meno importante di altri, anzi, piace, mi piace e ogni volta offre, oltre che estasi al solo ascoltarlo, tantissimi spunti di riflessione...

Un esempio da seguire che però diviene nemico di una realtà gambero, che giorno dopo giorno fa passi indietro, il tema di non aver nulla da imparare rinasce e si espande nei pensieri di chi critica ma non vuole esser suggerito, di chi non ha la sensibilità o intelligenza di far autocritica e va avanti per la sua strada facendo suoi nemici coloro i quali hanno opinioni o idee differenti, bloccando un percorso di crescita e possibilità di miglioramento non apprendendo, se non per acquisire dati e informazioni per esporre critiche e offese gratuite verso chi fa il proprio lavoro con professionalità, etica e criterio, ma in maniera seria, ed è forse questo il motivo per il quale viene molto spesso bersagliato (Piroso come tanti altri) da quelle persone che evidentemente confermano una triste realtà, una moltitudine di sagome che continuano a parlare per slogan, a sventolatre bandiere, a "farsi soldi", senza capire il vero senso delle cose; non si vuol offendere nessuno ma è chiaro che il bivio è caratterizzato dai sinistroidi chic e i sinistroidi pseudo-rivoluzionari; i primi straricchi che fanno strada (e soldi) con ideologie che non appartengono loro, i secondi vittime dei primi o della moda o di altre situazioni che costruiscono masse senza autonomia di pensiero, pecore che, appunto, attaccano il Piroso di turno, persone incapaci di costruire un ragionamento, una frase compiuta frutto di proprie idee, quelle che la sinistra avrebbe bisogno per apparire (nella forma e sopratutto nella sostanza) un poco più credibile (sarebbero infinite le contraddizioni e le ipocrisie, per non parlare degli esempi circa le ideologie, interpretazioni e revisionismi-relativismi culturali), ma considerando tutte queste piccole sfaccettature, evidentemente, (gli) va bene così.

lunedì 6 dicembre 2010

Dati di "FATTO"



La droga fa molto male, ma non ai tossici che continuano a invocare una legalizzazione ingiustificabile, bensì a chi ne subisce le conseguenze.
Ieri a Lamezia Terme l’ennesima sciagura, una strage talmente netta che ( per il momento) ha stroncato ben 7 vite. Inutile pensare che se fosse accaduto ad un nostro caro, il risentimento sarebbe stato così forte che avremmo fatto di tutto per raggiungere e uccidere 7 volte l’omicida.
Non venitemi a parlare di legalizzazione di droghe leggere, pesanti o altri sistemi di evasione dalla realtà; nella realtà dobbiamo viverci e, anche se non rispettando noi stessi, curandoci di chi ci sta intorno; tuttavia adesso è inutile parlare di questo specie quando, alla prossima occasione, l’avvenimento di ieri sarà considerato un evento singolo che non può generalizzare una situazione, addirittura un principio per alcuni.
Cari “progressisti” continuate a drogarvi, ma almeno fatelo lontano da chiunque, da tutti coloro ai quali è rimasta una fetta di cervello che vada oltre la “politica” e  le frasi fatte, oltre escamotage e aprite un po’ di più il cuore e se proprio giocate a fare gli intellettuali, anche sulle morti di ieri, beh non farebbe male aprire anche qualche libro di tanto in tanto. 

domenica 5 dicembre 2010

POST-concepimento Blog

La nascita di un blog può avere svariati significati che riconducono molto spesso alla necessità di esprimere qualcosa che si sente dentro, emozioni e 
sensazioni, problemi e prospettive di ciò che ci circonda, caspita si parla di opinioni!
Cosa esiste di più soggettivo di dire un proprio pensiero? Bene, ottimo il preambolino di partenza.. si noterà beh presto un modo di scrivere "nuovo", un nuovo inteso come profano o più semplicemente come un essere umano (io) non dotato di un particolare talento ne narrativo ne espositivo ma, si spera, dai contenuti che possano essere più importanti rispetto ad una forma che il più delle volte tende ad ingannare il lettore, specie su tematiche attuali, dove qualunquismo e banalità la fanno da padrone; e appunto qui, dopo questo mio paraculismo rispetto alla mia incapacità di scriver bene, mi pongo a voi cari lettori (si spera almeno 1-2 alla settimana), con un'umiltà di base che non vuole fare controinformazione ma contro-controinformazione.

Non si possono tollerare i vari Santono, Di  Pietro, Travaglio.. bastano solo questi tre nomi per far cliccare la x in alto a destra; questo sito-blog che dir si voglia, nasce da un'impopolarità di idee che difficilmente troveranno spazio nelle condivisioni di quei 2 lettori settimanali sperati; sono sentimenti che nascono contro una corrente ideologica (l'attuale "contro-corrente") che vede eroi gente come i 3 citati ma anche i vari De Magistris con un' IDVergognosa che fa del contro-governo la sua unica arma, così come la sinistra di cui prendo le dovute distanze.

Non posso certo definirmi un Berlusconiano, me ne guarderei bene anche di un accostamento a Fini.. se penso "alla Napoli" preferisco pensare ad una bella pizza come quella che tirerei in faccia a chiunque oggi calchi la scena politica italiana, con un trattamento forse un pò meno violento verso "i Pannella" e "i Bonino" che, circondati anche loro da gentimmerda (francesismo), entrano di diritto in un calderone che quindi non esclude nessuno.

Le mie accuse ai più di qualunquismo pongono me medesimo in una situazione qualunquista, mi va dato atto, però, di una giustificazione, seppur semplice nei contenuti, di ciò che espongo. Basta fare qualche conto per capire che un' IDV lontana (a detta del capo DP) dalla massoneria, è altresì sostenuta anche e soprattutto da questa; una sinistra chic ( ma anche non chic ) senza idee se non quelle di opporsi alla maggioranza.. mi domando quando morirà "il Papi" cosa faranno, visto che a quanto pare è per loro di vitale importanza per stare in piedi; una sinistra dicevo, che farebbe venire il vomito a tutti coloro i quali sono rimasti inculati da chi ora incula con le loro"idee"; una destra sempre cattiva per tutti, vergognosa certamente su decisioni "adpersonamiane" ma pur sempre sicura di ciò che alla fine non riesce a concretizzare.
Ci troviamo in una situazione di non ritorno, ma questo non vuol dire che non si possa prender atto di ciò. Ipocrisia è la parola chiave, nessuno vuol fare "rivoluzioni" perché attaccato a qualche interesse ( il mobilitarsi accade solo quando si vien toccati in prima persona ) e così non si andrà avanti.

Detto tutto questo, in un discorso confuso per chi non vuol arrivarci, non ci si può aspettare cambiamenti senza prima un presa di coscienza collettiva; è evidente che è facile tramite social network o qualsivoglia strumento avere principi sani, ma la realtà è un dato oggettivo dove è palese un vergognoso soggettivismo etico ed interpretativo di situazioni più variegate, poi se non si vogliono chiamare le cose col proprio nome, no problem, continueremo nell'arroganza di chi non ha mai niente di nuovo da imparare, di chi (a prescindere) da ragione agli annozzerini di turno pagati coi nostri soldi per sparare addosso a qualcuno fomentando i più deboli che poi sono gli stessi che amano incondizionatamente chi parla contro Berlusconi, ponendosi, come dice Facci, come "chi non perdona ciò che non possiede a chi lo possiede", ma è anche paradossale come anche chi possiede (e tanto) si pone come chi non ha niente e si finge intellettuale… sinistra (nei principi) non credo possa esser chic o di alto borgo, poi un revisionismo soggettivo può paraculare chiunque, non è certo mio scopo vitale abbattere costoro, che comunque devo ammettere, mi hanno procurato, e spesso, bilirubina alle stelle e tanto nervosismo; esorcizzo scrivendo, anche e sopratutto, contro chi si prende la briga di parlare con legittimità di giudizio e senza contraddittorio, il mio riferimento "nel locale", in un piccolo contesto è indirizzato, oggi,  alle università, ai "docenti", ricercatori o presunti tali i quali plagiano menti subdole e ruffiane considerate come innocenti fogli bianchi da scarabocchiare con pseudo-ideologie, condannando chi non condivide (le loro più opinabili stramberie) con ripercussioni diversificate che alla fine caratterizzano anche questa società italiana allo sbando; un "comunismo" che utilizza, nei fatti, slogan fascisti come "o con noi o contro di noi", oggi, dove le idee di un tempo non possono esser nemmeno in minima parte riprese (non stiamo qui a fare storia per spiegare il cambiamento dell'uomo-operaio e non... del 2000), ma questa è solo una sfaccettatura raccontata da esperienze personali, tuttavia ogni contesto è caratterizzato da ingiustizie che pongono in chi le commette l'attenuante (non tanto etica quanto mera giustificazione), dell'esser uomo libero e quindi avere il diritto, nel 2010, di una capacità decisionale che vada oltre "l'altro",  una noncuranza "del prossimo" che può darci risposte riguardo tutte le difficoltà e questioni dell'orripilante società odierna.