il sentiero delle perplessità

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mercoledì 8 dicembre 2010

A pensar male, s' indovina sempre


Gelmini condivido, ma se non condividessi.. non morirei per le tue idee.
Esordirò scherzosamente ma ho intenzione di fare il serio durante il proseguio di questo mio "articolo-sfogo" (uno dei tanti, e l'unico modo per esorcizzare frustrazioni intellettuali che mi consumano il fegato).
Mariastella non sei una diva, velina o soubrette e questo è un vantaggio contro patetiche accuse seppur con giustificazioni e attenuanti relativamente plausibili alle tue colleghe di potere, facenti parte dell’attuale governo (nonostante nei fatti abbiano dimostrato professionalità e competenza in maniera sbalorditiva), ma oddio cerca di non far emergere la parte frigida ed esteticamente rivoltante della tua “femminilità”.
Sarebbe banale disquisire sullo sterco dinanzi la tua “dolce e umile dimora”, come sarebbe per alcuni fazioso prendersela con chi manifesta senza sapere nemmeno contro cosa, senza aver letto uno stralcio di niente e che non sa le ragioni per cui “ammazza”, ancor prima della dignità di questa signora, la propria, con atteggiamenti che lo fanno sentire parte integrante di un branco, dove se sei fuori sei come il sottoscritto, che cerca di vedere le cose in maniera oggettiva con l’auto-responsabilità di risultare apparentemente e vergognosamente impopolare.
Detto questo passo al poter difendere delle tue decisioni, certo che il criterio con cui hai esercitato sia quello che traspare dai dati di fatto che sono offuscati e anneriti non solo da chi strumentalizza situazioni e persone, ma da chi si auto-strumentalizza non aprendo la testa, ragionando per partito preso e a priori nei confronti di chi ha torto ancor prima di nascere; non è colpa tua ma è dell’ incarico che è perdente sempre e adesso più che mai (con un capitano malato al timone di un’imbarcazione di traditori ubriachi).
Sono avvilenti alcune interpretazioni di giovani che in maniera sinistro-borghese opinano con un’ignoranza che farebbe concorrenza a qualsiasi gieffino, barbaradursiano, paolapereghiano o gilettiano di turno, non tutti dovrebbero esprimere giudizi ostentando il diritto (giustissimo) di liberà di pensiero ma senza un discorso di senso compiuto che però è sempre applaudito se condito da banalità e colmo di qualunquismo anti-berlusconiano esplicato da chicchessia (ricercatore frustrato, pseudo-studente modaiolo estremo a sinistra o da un motivato giovane disoccupato che dovrà giustamente cercare di cambiare qualcosa); per cui nel mio piccolo cercherò di fare un po’ di chiarezza, risparmiando l’Unical o per lo meno risparmiando considerazioni sull’Unical dal momento che i 2 esami che mi rimangono per la conclusione del percorso di studi diverrebbero eterni , visto i precedenti, lascio a chi è frequentatore di questa università (non tanto gli studenti fuori corso ultra 30enni o quelli ruffiani o ignoranti o entrambi che fanno quel che viene detto loro da ricercatori o chicchessia), farsi un’idea di quello che sta accadendo. Si deve studiare PUNTO (ma conta la qualità dello studio…. -tema che magari riprenderò appena finita la laurea specialistica per evitare ripercussioni- [quelle che ebbi tempo fa, questa però è un’ altra storia.. e sono 2 quelle che racconterò tra qualche mesetto])….

C'è chi combatte un nemico che conosce in volto ma senza capire che male abbia fatto, un motivo ci sarà se un ateneo è virtuoso o no.. e certamente ci sarà un criterio oltre il quale si pensi al privato e soprattutto non è che i privati in quanto tali abbiano più diritti o non debbano avere sussidi dallo stato, ma cerchiamo di capire:

Enormi le perdite all’Univeristà di Firenze, nonostante i milioni versati costantemente all’ateneo per lavori di ricerca nel campo della valorizzazione delle risorse alimentari del territorio, fondi che vengono divisi, sparpagliati e polverizzati dagli addetti ai lavori (deficit di 71 di milioni di euro); per non parlare di Roma (decine di corsi con meno di 13 iscritti o addirittura 0!).
All’ Università di Siena deficit e stipendi per quarantuno persone al fine di ospitare non più di 4 conferenzieri qualche volta al mese, per non parlare delle assunzioni clientelari, problema identico ovunque, come a Bari dove vi è un deficit di 56 mln di euro con professori over 70 e ricercatori “mazzettiani”, idem in Basilicata e a Genova dove hanno assunto 38 ricercatori, oltre a 19 professori più altri addetti sempre in doppia cifra e non sotto i 20, nonostante forti buchi al bilancio che superano i 18 mln di euro. Per il Policlinico dell’Università di Messina i conti in rosso sono misteriosamente aumentati dall’oggi al domani e nonostante tutto, 79 posti per docenti e ricercatori solo nel 2008. Carenza di personale? Non saprei, ma forse individui inutili o per lo meno cooptazioni evitabili. La Calabria è risparmiata come accennato in precedenza per ovvi motivi.

Non credo sia giusto protestare o meglio avrei preferito che lo si facesse qualche tempo addietro per come sono stati sprecati i fondi negli atenei in questi ultimi anni; avrei preferito sgomento su cooptazioni di ricercatori vergognosamente incompetenti o per assunzioni pubbliche ad-personam di gente non qualificata; il clamore di adesso mi fa semplicemente schifo, i volti e gli scritti di alcuni ragazzi, invece, mi fanno sinceramente pena.
 


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